Il ruolo del genitore allenatore non è assolutamente facile: a volte, quando ci troviamo di fronte ai compiti dei nostri ragazzi non sappiamo bene come porci, quale atteggiamento assumere. Lo aiuto o lascio che faccia da solo? E se porta a scuola un compito pieno di errori?
- Sappiamo che il nostro ruolo è quello di sostenere i nostri bambini, di essere rassicuranti e di stimolare la loro curiosità.
- Sappiamo che è importante predisporre un ambiente di studio sereno silenzioso e organizzato con libri, penne e quant’altro a disposizione.
- Sappiamo che dobbiamo stimolare la loro motivazione individuando le giuste leve.
Insomma, la teoria la conosciamo tutta e la mettiamo anche in pratica, ma il momento dei compiti resta sempre il peggiore della giornata.
Quindi, invece di pensare sempre alle azioni che possiamo mettere in atto, fermiamoci a pensare a cosa non dobbiamo assolutamente fare.
Ecco qui di seguito 4 indicazioni che possono esserti utili partendo sempre dal presupposto che i compiti non sono nostri, ma dei figli.
Non dobbiamo…
- Non dobbiamo sostituirci all’insegnante.
In che senso? Se ti rendi conto che tuo figlio non ha capito un concetto, è giusto che tu provi a spiegarglielo nuovamente, ma usando la stessa metodologia dell’insegnante e non una diversa. Non è assolutamente utile che tu spieghi a tuo figlio come si fa la divisione usando un sistema diverso rispetto a quello che il docente ha spiegato in classe. Questo può succedere perché ti sembra sia più efficace (per te) o più veloce o perché tu l’hai sempre fatto così e ha sempre funzionato. Se a scuola si usa un metodo e a casa un’altro l’unica cosa certa è che aumenta la confusione.
- Non dobbiamo correggere i compiti.
Anche questo fa parte del lavoro dell’insegnante. Lo so che è difficile non cadere nella tentazione di mandare tuo figlio a scuola con i compiti tutti giusti, ma gli errori servono a far capire al docente cosa il bambino ha compreso e cosa no. Lo so che abbiamo paura del brutto voto o del giudizio negativo e che vogliamo proteggerli da una delusione. Questa nostra paura dipende dal fatto che abbiamo un concetto sbagliato di voto. Non è il bambino o le sue capacità che vengono giudicate, ma il voto è un feedback su quello specifico argomento.
- Non dobbiamo essere troppo presenti.
Il bambino ha diritto di provare e sbagliare: suggerire strategie e spronarlo a cercare nuove strade va bene, ma dargli le istruzioni per arrivare al risultato è come fare i compiti al posto suo.
- Non dobbiamo fare i compiti al posto loro
Visto che noi le divisioni le sappiamo fare non dobbiamo sviluppare questa competenza, i nostri ragazzi invece sì. Rischiano solo di imparare che tanto ci sarà qualcuno che si sforzerà e farà le cose per loro. So bene che a volte ci spazientiamo talmente tanto, oppure abbiamo fretta e diventa più semplice “dettare” i passaggi, ma dobbiamo essere consapevoli che così non aiutiamo nessuno. Meglio piuttosto scrivere una giustificazione sul diario: i nostri ragazzi hanno delle difficoltà e l’insegnante sa che queste non spariscono a casa.
Il tempo dedicato ai compiti, può davvero essere un momento molto produttivo e complementare a quello dell’insegnante. Se impariamo a vivere il momento compiti senza troppa ansia e con la giusta distanza può migliorare il rapporto di fiducia con tuo figlio e quello di tuo figlio con le sue capacità e la sua autostima.
Facile a dirsi, difficile a farsi. Come sempre ne parleremo giovedì 16 alle 14 durante la diretta su facebook!
Ti aspetto!