Saper esporre

esposizione

In questo periodo di didattica dalla sala da pranzo ho avuto modo di ascoltare i miei figli quando spiegavano qualcosa ai docenti o durante le interrogazioni.

E’ una visione dei miei figli del tutto privilegiata perché, in condizioni normali, non sappiamo come reagiscono ad una domanda del professore o come spiegano un concetto. Certo, magari te l’hanno ripetuto, ma tu non sei l’insegnante: non c’è con te lo stesso rapporto che c’è col docente che ti valuta.

Ho avuto modo di rendermi conto che mio figlio più piccolo, che sembra tanto spigliato, con i professori tende ad abbassare il tono della voce quasi avesse paura di essere ascoltato, mentre l’altro… beh… non è stato una sorpresa: quando è autorizzato a parlare non lo ferma nessuno!

Ho sentito una sfilza di “ehmmmm” “mmmm”  che più che altro davano l’idea di prendere tempo per cercare parole o concetti che non si sapevano.

Così abbiamo iniziato a lavorare su un paio di fronti.

  • Il primo è stato curare l’esposizione nei concetti. Mi spiego meglio. Parlare di un argomento di scienze come se si raccontasse del film visto la sera prima. Se non si usano i termini specifici della materia si dà l’idea di aver capito, ma di non aver fatto lo sforzo di imparare le parole che rendono il discorso un po’ più tecnico. Questo non vuol dire imparare a memoria (che è pure peggio), ma anzi, cercare di spiegare quello che si è studiato come se lo si raccontasse a qualcuno che non ne sa niente. In modo semplice ma preciso.
  • Il secondo fronte che stiamo affrontando è curare l’esposizione nei toni e nella postura. Come si spiega una cosa è importante almeno quanto ciò che si racconta. Schiena dritta e petto in fuori non funziona solo con i militari, ma è anche la postura di chi è sicuro di sé, di quello che sta raccontando. Ripetere a volte non è sufficiente, ripetere davanti ad uno specchio e quindi guardarsi mentre ci si muove e si spiega, è già più utile. Registrarsi e riguardarsi sarebbe un’altra possibilità, per vedere i proprio errori (come fanno gli atleti dopo gli allenamenti), ma questo è già un periodo in cui stanno davanti ad uno schermo anche troppo e mi sembra di infierire, ma sicuramente sarà una cosa che metterò in atto il prossimo anno.

Certamente non è facile apparire sicuri e disinvolti, ma abbiamo tempo per lavorarci su. Intanto, ridendo e scherzando la scuola è quasi arrivata alla fine: siamo al round finale.

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