Le memotecniche

blocco post it

Studiare è una cosa, ricordare per l’interrogazione è un’altra.

Far diventare il ricordo una conoscenza ancora una terza cosa.

Una delle obiezioni che vengono sollevate sull’opportunità o meno di assegnare i compiti a casa, è proprio quella di rischiare di non avere, da parte del ragazzo, una vera e proprio conoscenza, ma solo una nozione post-it che cadrà subito dopo l’interrogazione.

Il termine memoria prende il nome dalla dea Mnenosine. Di questa povera divinità non si parla praticamente mai, ma era niente meno che figlia di Urano (il Cielo) e di Gea (la terra). Una genealogia di tutto rispetto. Zeus si innamorò di lei e dalla loro unione nacquero le 9 Muse (detto niente…)

Mnemosine ,secondo la mitologia, fu la prima a scoprire il potere della memoria tanto che fu lei a dare nomi alle cose (quindi quando ce li dimentichiamo sappiamo con chi prendercela). Ma il suo vero potere era quello di far ricordare tutto a coloro che avessero dimenticato il loro passato.

Memoria e ricordo sono sfaccettature della stessa medaglia, ma utilizzano due organi diversi:

La memoria è un’attività della mente: “è la capacità del cervello di conservare informazioni, ovvero quella funzione psichica o mentale volta all’assimilazione, alla ritenzione e al richiamo” (wikipedia docet). Il suo contrario infatti è diMENTicare

Il ricordo invece è un’attività del cuore (riCORdare): è un’impronta che un’esperienza ci lascia nella coscienza  e che sarà poi rievocata alla mente dalla memoria.

Quindi, cosa possiamo fare affinché lo studio non finisca per essere solo una serie di informazioni appiccicate ad uso e consumo dell’interrogazione, ma si trasformi in esperienza che possa poi riaffiorare alla memoria nel momento del bisogno?

numeri e concetti

La memoria non fa un film, la memoria fotografa.

Milan Kundera

Numeri

Le tecniche di memoria si basano fondamentalmente sulla nostra capacità innata di ricordare se le informazioni  sono trasformate in immagini o storie, oppure se vengono associate ad eventi assurdi o ad emozioni. Praticamente vanno trasformate in qualche modo in esperienza.

Per i numeri esistono diverse tecniche, qui nomino quelle più semplici per noi:

Shape System: che riconduce alla forma dei numeri: 1 (candela) 2 (cigno) 3 (molla) 4 (sedia) 5 (gancio) 6 (ciliegia) 7 (falce) 8 (pupazzo di neve) 9 (palloncino) 0 (botte) per poi trasformare il numero da ricordare in storia:

7843: la falce che affetta un pupazzo di neve seduto su una molla

Rhyme system: che invece porta a fare una rima con il numero:

1 (bruno) 2 (bue) 3 (re) 4 (gatto) 5 (lingue) 6 (lei-donna) 7 (fette) 8 (botto) 9 (Giove) 0 (pero) e poi trasformarle in storia:

7843: tante fette che saltano per aria con il gatto che le aspetta sotto insieme al re

Ci va un po’ di allenamento, ma è un sistema che si acquisisce ed è anche divertente!

Concetti

libri aperti

Anche per ricordare i concetti ci sono anche diverse tecniche che si basano sullo stesso principio delle immagini e della storia.

Cominciamo da un grande oratore Cicerone che ricordava le sue lunghe orazioni senza bisogno di nessun appunto. A lui si deve la tecnica dei Loci Ciceroniani.

Cosa faceva in pratica? Cicerone creava dei percorsi al’interno di spazi che lui conosceva: la strada per andare in Senato (nel nostro caso, quella per andare a scuola). Individuare lungo il percorso delle tappe (stanze, loci) e associare ad ogni tappa una in’immagine che riprenda il concetto che si deve ricordare.

In questa maniera era in grado di passare in maniera ordinata da un concetto al successivo, mentre camminava mentalmente lungo il percorso che si era creato.

In sostanza si tratta di far mente locale su un tragitto che si fa abitualmente (casa-scuola) e suddividerlo in zone. E’ uno stratagemma che funziona benissimo, soprattutto se i concetti da richiamare sono molti! Il suo limite, però, è che le informazioni che si vogliono richiamare devono avere tutte la stessa importanza.

Se invece ciò che dobbiamo ricordare ha importanze diverse (principali e secondarie per intenderci) un ottimo sistema, ancora poco conosciuto, è quello delle mappe mentali.

Le mappe mentali vengono spesso confuse con le mappe concettuali, ma hanno due funzioni completamente diverse. Le mappe concettuali, infatti, hanno lo scopo di chiarire i concetti. Sono utilissime quando ci troviamo davanti a un brano complicato e abbiamo bisogno di capirlo prima ancora di memorizzarlo. Sono fondamentali quando i nostri ragazzi hanno difficoltà a comprendere le informazioni.

Le mappe mentali, invece, servono per ricordare. E’ per questo che sono colorate, sono presenti disegnini fatti da noi (e che solo per noi magari hanno un significato), hanno la forma di rami di un albero e non rigide frecce.

mamFunzionano così bene perché:

  • hanno una struttura gerarchica: un ramo principale, da cui partono rami (concetti) secondari
  • sono evocative: trattandosi di un’elaborazione assolutamente personale, le immagini e i colori scelti sono evocativi perché che stimolano il nostro cervello e lo mettono nella condizione di stabilire nuove associazioni tra gli elementi disegnati e le parole chiave inserite.

Le mappe mentali possono poi sanno essere molto versatili: possono essere utilizzate anche per prendere appunti.

 

Ognuna di queste memotecniche meriterebbe un capitolo a sé, ma ora hai comunque un’idea su come aiutare tuo figlio a ricordare date e informazioni.

Naturalmente il discorso non finisce qui: ne parleremo ancora e ancora!

Tanto per cominciare giovedì 29 alle 18 in diretta sulla pagina fb!