Intervista a Maicol: e dopo il diploma?

L’ultima intervista di questo anno scolastico ho voluto proporla a Maicol, un ragazzo che ha da poco terminato i suoi studi conseguendo, nonostante le sue difficoltà, un diploma in grafica pubblicitaria.

Dover aver sentito la voce di professionisti della scuola e di genitori, mi è sembrato giusto far parlare uno studente.

Mi accompagna Loredana, la sua ex insegnante di sostegno che continua ad tenerlo d’occhio anche ora che la scuola per lui è finita (almeno per il momento).

Ci troviamo in un bar per un caffè. Maicol mi appare subito come un ragazzo aperto e spigliato, non il nerd che mi ero immaginata. Infatti, mi confessa di essere un nerd a metà: passa molte ore davanti al pc, ma esce anche tanto.

Grazie Maicol per aver accettato di farti intervistare. Iniziamo dal passato: come hai vissuto gli anni scolastici?

Li ho trascorsi con molta serenità, ho avuto bisogno di un supporto alle scuole medie e l’ho accettato con entusiasmo, ho avuto la fortuna di avere la stessa insegnante per tre anni. Il rapporto con i compagni è stato sereno, mi hanno aiutato e sostenuto. Ovviamente dopo, ognuno di noi ha scelto una scuola diversa e così ci siamo persi; ma questo non significa che quando ci vediamo non abbiamo il piacere di fermarci a fare due chiacchiere.

Le scuole superiori invece sono state un percorso intenso, laborioso, impegnativo ma ricco di soddisfazioni.

La scuola superiore l’hai scelta tu o ti hanno consigliato?

Sì l’ho scelta io: all’open day degli istituti superiori ho ascoltato il docente di grafica pubblicitaria, il professor Filippa, che raccontava come era organizzato l’istituto e quali materie erano inserite nel percorso di studi. L’indirizzo mi è subito piaciuto e infatti mi sono iscritto.

Gli insegnanti mi hanno aiutato molto in questi cinque anni, sono stati pazienti, disponibili, hanno supportato le mie “fragilità”.  Qui non ho avuto sempre la stessa insegnante di sostegno: durante il primo anno e parte del secondo ho avuto due insegnanti diversi, dal terzo anno in poi invece le cose sono andate meglio.

Per continuità didattica ho avuto la stessa insegnante, fortunatamente formata, che ha compreso le mie difficoltà ed insieme agli insegnanti curriculari, hanno messo in atto tutte quelle strategie e metodologie che mi hanno permesso di rendermi quasi autosufficiente nella comprensione delle spiegazioni.

Poco per volta ho iniziato a fare i collegamenti tra gli argomenti e alla fine della quarta superiore avevo una buona media. Preciso che ho sempre avuto un programma educativo individualizzato (P.E.I.) semplificato e non differenziato.

Le difficoltà sono arrivate all’inizio del quinto anno perché, durante l’estate, mi sono sentito molto forte degli obiettivi raggiunti e non ho fatto quasi niente.

L’insegnante di sostegno ha capito subito che qualcosa non andava e così, ammettendo le mie colpe, ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo ricominciato da capo! Unico obiettivo … il diploma.

C’è qualche materia che hai amato particolarmente?

Devo dire che la letteratura è stato uno dei momenti più profondi del mio percorso scolastico: leggere, comprendere, interiorizzare quelle riflessioni scritte in poesia e prosa, mi hanno fatto capire il senso del dolore, della solitudine, della tristezza, dell’amore, della gioia.

La prof.ssa Cosentino ha un grande dono: quando spiega, trasmette la voglia di apprendere! Almeno così è stato per me.

Ora che sei diplomato, qual è la tua ambizione? Cosa vorresti fare?

Logo Maicol
Uno dei lavori di grafica di Maicol

Il sogno sarebbe quello di fare lo stilista, ma è un mondo molto esclusivo. In realtà vorrei continuare sulla strada della grafica pubblicitaria e della fotografia.

La neuropsichiatria che ti ha seguito fino a quando hai completato gli studi, ti aiuta ancora?

No, quando ho compiuto 18 anni mi hanno detto di indirizzarmi altrove.

Altrove dove?

Non hanno specificato. Non esiste una struttura di collegamento tra la neuropsichiatria e il mondo del lavoro.  Quando ho esposto il mio

desiderio di continuare con gli studi mi hanno detto che i miei obiettivi erano troppo altri rispetto alle mie difficoltà.

Allora mi sono rivolto agli assistenti sociali. Sono previste borse lavoro per chi ha difficoltà, ma non ha l’invalidità… purtroppo non ci sono i fondi! L’unica cosa che mi è stato proposto è di farmi certificare l’invalidità per accedere a delle borse lavoro di 100 euro al mese.

Come mai non vuoi farti certificare l’invalidità?

Io non voglio farmi certificare l’invalidità perché ho preso un diploma. E’ vero che ho delle compromissioni, è anche vero che non sono sparite, ma grazie all’insegnante di sostegno, ho capito come supportarle e gestirle, non vedo perché devo farmi segnare l’invalidità dopo tutto il lavoro fatto in questi anni.

Loro vedono solo una diagnosi e un profilo di funzionamento, ma non hanno mai “lavorato” con me, non sanno che oltre c’è un altro Maicol che capisce, comprende, interiorizza e pensa! Un Maicol che ha avuto grandi soddisfazioni.

La realtà è che ho un titolo spendibile come tutti gli altri e quindi sono nelle mani del mondo cioè delle mie capacità e questa sfida la accetto molto volentieri, mi sono iscritto al collocamento e alle varie agenzie interinali.

Per il momento non ho ricevuto nessuna chiamata. Nel frattempo sto studiando per conseguire la patente di guida in modo da potermi spostare più agevolmente: ho già superato il test e ho il foglio rosa.

Io ho bisogno di un po’ più di tempo, ma le mie difficoltà non sono insuperabili. Presa questa patente punto sia a quella dell’ECDL sia ad effettuare un anno di servizio civile, ritengo di essere predisposto all’ascolto, all’aiuto e supporto dell’altro, ho avuto tanto e spero di poter dare altrettanto.

Da parte dello Stato però nessun aiuto.

Ti ringrazio molto Micol per aver accettato di raccontare la tua esperienza e ti auguro di trovare presto un lavoro che ti permetta di realizzarti!

Come ho già rilevato in altre interviste (vedi QUI e QUI), diventati maggiorenni e terminati gli studi, i ragazzi con difficoltà vengono abbandonati a loro stessi e non esiste nessun collegamento tra il periodo scolastico e il mondo del lavoro.

Qual è la tua esperienza? Scrivi un commento qui sotto o sulla pagina facebook di Strategie Bes!