Intervista a Franco Cardone: papà in prima linea

maglietta e gagliardetto

Lorenzo è un ragazzo autistico di 18 anni.

Che emozione hai provato nel leggere questa frase? Fermati e pensaci: ognuno di noi ha la sua immagine personale della disabilità e di fronte a questa parola vibriamo in modo diverso.

Lorenzo è l’Ambasciatore del Saluto della Città di Savigliano

Qual è l’emozione che vi fa vibrare ORA? E’ diversa vero?

Vai a visitare la sua pagina Facebook e scoprirai che Lorenzo è entrambe le cose: autistico e Ambasciatore del Saluto della Città di Savigliano. Ha fatto due viaggi lungo la Penisola e quest’estate partirà per un terzo. Ha portato il suo saluto al Papa, alla sindaca di Roma e a quelli di Alessandria, Cavallermaggiore, Bra, Alba, Perugia, Siena, Arezzo, Firenze, Piacenza, Mantova, Verona, Vicenza, Savona, Riomaggiore, Vernazza, Monterosso al Mare, Mondovì, Peschiera del Garda, Brescia, Padova, Terni, Foligno, Marene, Treviso, Montebelluna ed altri .

Ad accompagnarlo in questo percorso che è anche e soprattutto esperienza di vita ci sono i suoi genitori: Franco ed Elena.

Ringrazio fin da subito Franco per avermi concesso quest’intervista ed avermi dato la possibilità di parlare con un genitore sempre in prima linea.

Com’è stato il percorso scolastico di Lorenzo?

Il percorso scolastico è stato positivo, articolato, sereno  e stimolante per la sua crescita.

Lorenzo ha frequentato un anno in più alla scuola materna. Ai tempi, si era pensato di prorogare l’esperienza in quell’ambiente, per mantenere la sua serenità. Le nostre valutazioni, però, non erano corrispondenti a lui, infatti è stato un momento un po’ più duro perché Lorenzo era convinto di aver finito e invece è ancora rimasto un anno.

A 6 – 7 anni  Lorenzo non parlava ancora: ha iniziato la scuola  elementare che non riusciva a stare  in classe ed è uscito, dopo cinque anni, comunicando e vivendo la quotidianità della comunità scolastica.

Ha avuto un’assistente  fisica e un’insegnante di sostegno bravissime, e, proprio grazie a loro, Lorenzo ha raggiunto degli obiettivi in autonomia e crescita, molto importanti. Il passaggio alle scuole medie, è stato positivo. I primi  due anni di medie  sono stati bellissimi, mentre al terzo anno ha avuto un’insegnante di sostegno non troppo preparata e abbiamo proprio visto che è calato anche come crescita.

Poi si è inserito all’ IPC (istituto Professionale) e sta andando alla grande: è al quarto anno.

Dal lato scolastico sono consapevole che bisogna avere la fortuna di incontrare l’insegnante di sostegno bravo.

Naturalmente noi siamo sempre stati presenti, io e sua mamma Elena, abbiamo sempre partecipato alle riunioni e condiviso il percorso scolastico con gli “addetti ai lavori”.

Che tipo di piano didattico seguiva?

La scuola seguiva il piano educativo consigliato dalla npi che a sua volta si avvaleva del contributo degli operatori dell’Associazione Airone che conoscevano molto bene Lorenzo.

C’è stata anche un’assistente alle autonomie che ha imparato l’ABA e lo applicava anche a scuola. Quindi oltre al percorso pomeridiano Lorenzo ha potuto utilizzare le stesse tecniche anche a scuola  per cui è stato  stimolato sono tanti aspetti.

Non avete pensato di inserire un educatore ABA a scuola?

Si, ma non possiamo, non siamo riusciti. Nelle linee guide della regione esiste la metodologia ma purtroppo avendo costi elevati non è possibile per ora attuarla. Alcune scuole virtuose in Italia lo fanno già, poco per volta ci arriveremo anche noi. Il problema è che non ci sono fondi, non c’è liquidità e non c’è struttura.

E’ proprio difficile riuscire ad avere questo supporto nelle scuole, perché purtroppo, non c’è la risorsa economica adeguata per poter affrontare le spese

Lorenzo e il Papa

Quando hai pensato che il fatto che Lorenzo salutasse tutti potesse essere una dote da potenziare?

Verso i 7 -8 anni lui salutava tutti, ricordava  il nome e risalutava la persona tutte le volte che la incontrava. Così gli ho fatto fare una maglietta con scritto “Mi piace salutare le persone… io sono Lorenzo” in modo che, chi aveva il primo impatto, non si spaventasse.

Molti hanno paura della disabilità, poi quando ci sei dentro non è così, diventa una situazione con cui ti misuri. Il saluto di Lorenzo e la sua specificità di memorizzare, è diventato il  suo potenziale, così ho capito che questo poteva essere un metodo per infrangere quel muro che c’è tra disabilità e non.

Quindi è nata l’idea del viaggio anche perché lui ha una predisposizione per viaggiare: quando si viaggia lui è tranquillo.

I nostri viaggi sono unici, tra me e lui si crea un’atmosfera particolare di complicità e intesa. Lorenzo si sente speciale, importante e questo lo porta a crescere perché deve interagire con altre persone senza perdere le sue caratteristiche di persona allegra e simpatica.

Non si disorienta?

No, se ci sono delle persone di riferimento lui va dappertutto. Quest’anno faremo un altro viaggio: partiremo dal centro Italia e verremo su. Tutto questo lo aiuta a interagire, certo non è autonomo, ma se deve uscire con qualcuno che conosce lui esce. Comunque ha tutta la settimana impegnata. Quando ci sono le vacanze, mancando la routine diventa tutto più complicato.

Ci vuole un grosso impegno di tempo ed economico…

Come genitori ci siamo messi a sua completa disposizione sotto ogni aspetto di tempo ed economico, logicamente senza perdere di vista il fratello.  La mamma di Elena ci ha aiutato tantissimo nella gestione del tempo, Elena nel suo lavoro ha dovuto adeguarsi al part-time ed io mi sono organizzato con i turni nel mio lavoro. Tra una cosa e l’altra siamo riusciti ad andare avanti e ora gioiamo dei risultati.

Per i viaggi abbiamo l’appoggio dell’Amministrazione Comunale di Savigliano in quanto lui nei nostri viaggi rappresenta la Città di Savigliano e questo è lodevole da parte di tutta la cittadinanza, siamo seguiti dell’Associazione Airone per la parte della costruzione del viaggio, la vicinanza di tantissimi amici e l’appoggio di molti sponsor.

Lorenzo ha un fratello. Come la vive la disabilità di Lorenzo?

Il fratello che vive la disabilità è naturalmente più sensibile, perché è lì, non puoi nasconderla, la vive quotidianamente senza averlo deciso. Grazie anche a quello che è stato fatto negli anni, Michele non ha motivo di vergognarsi a presentarlo: ha un fratello che ha girato e visitato mezza Italia!

Anzi lo vede anche come ragazzo “fortunato” perché Lorenzo ha incontrato tante persone importanti.

Lui si è creato un suo mondo e sta facendo il suo percorso di ragazzo giovane. E’ anche molto attento nei confronti di Lorenzo. Ora ha l’età per fare il percorso siblings, che è un intervento specifico per capire e agire su eventuali problematiche dei fratelli, percorso molto utile perché tante volte il ragazzo adolescente non si apre con i genitori, ma con altri sì. Comunque io lo vedo sereno e non ha problemi a girare con suo fratello.

E ora che Lorenzo è diventato maggiorenne?

E’ guarito, siamo tutti felici e non è più autistico! [vedi intervista ad Amedea n.d.r.]

A parte gli scherzi, stiamo facendo le pratiche per avere la tutela. Da un lato è giusto perché la disabilità è da tutelare, dall’altra parte mi sono occupato di mio figlio fino a ieri che aveva 17 anni per 365 giorni e ora devo pagare un avvocato per continuare ad occuparmi di lui, strano.

Per il resto, passi al medico di base e dalla npi  alla psichiatria, ma cambia poco. Ci vorrebbe una struttura intermedia perché non si possono curare tutti allo stesso modo. Una volta ti mettevano nei manicomi, ma ora si sa che ci sono diversi disturbi che vanno seguiti in modo diverso. Io credo ci arriveremo perché ci sono genitori forti: io lo vedo con l’associazione e con quello che stiamo facendo. Abbiamo avuto un riscontro abbastanza importante: prima era tutto nel sottobosco, ora si vede che c’è più movimento. Noi quest’anno faremo ancora il viaggio e poi il mio pensiero principale sarà esclusivamente quello di favorire un’integrazione lavorativa perché Lorenzo deve essere attivo nella società. E come genitore mi impegnerò perché lui abbia questa possibilità.

Carlo e Lorenzo

Che consigli ti senti di dare a chi ha un figlio con disabilità e magari si sente un po’ perso?

Il consiglio che mi sento di dare è quello di guardare tuo figlio come a un campione, come se fosse Cristiano Ronaldo. Vederlo come un ragazzo da far conoscere agli altri. Questa è una cosa che mi ha aiutato molto.

Cerco di spiegarmi meglio, qualsiasi genitore vede il proprio figlio/a come la sua continuazione di vita e pensa sempre il meglio per loro, il figlio che si realizza in qualsiasi obiettivo sport, studi, imprenditoria inorgoglisce la famiglia intera. Questo dev’essere per noi genitori con ragazzi “speciali”: prendere le varie loro caratteristiche, che sono molteplici ed elevarle per renderli unici, perché loro sono veramente speciali e sensibili.

Credo che, da genitore, sia importante avere lo sguardo sul potenziale dei propri figli, senza concentrarsi solamente sulle fragilità.

Grazie Franco, ti ringrazio ancora per averci raccontato la tua esperienza di genitore e per tutto l’amore e l’energia che metti con Lorenzo perché ci sei davvero di esempio.

Se hai delle domande da fare a Franco, scrivi pure nei commenti qui sotto o sulla mia pagina facebook. E non dimenticarti di mettere un like e di seguire la pagina di Lorenzo!