Eppur si muove! Parte 1/2: la motivazione intrinseca

motivazione allo studio

Uhhh la motivazione!! Tutti abbiamo bisogno di motivazioni (a volte anche solo per truccarci o andare al lavoro) e le cerchiamo continuamente dentro o fuori di noi.

La motivazione allo studio per i nostri ragazzi, poi, è fondamentale perché è quello che li muove verso l’apprendimento.

L’etimologia stessa della parola deriva da motus=movimento: la spinta verso un oggetto, un obiettivo. Nel caso degli studenti il moto verso i libri, lo studio, l’interesse per le specifiche materie.

Frasi tipo “il ragazzo è intelligente, ma non ha voglia”, “a mio figlio la scuola non interessa per niente”, “magari si impegnasse!” sono all’ordine del giorno in molte delle nostre conversazioni. Vorremmo avere il potere di stimolare la motivazione perché è questa la componente dell’apprendimento che spinge i  ragazzi ad aprire i libri, a studiare, a concentrarsi, a mantenere l’interesse e l’impegno sullo studio. Ma questo superpotere ci manca.

Prima di pensare a potenziare la motivazione, però, bisogna distinguere quella intrinseca da quella estrinseca. Della seconda che si basa su premi, castighi, lodi e approvazioni dedicherò un articolo a parte la prossima settimana (quindi hai già un appuntamento 🙂) mentre  qui approfondiamo quella intrinseca.

Il moto interno

La motivazione intrinseca nasce internamente e ti porta ad affrontare le cose per sé stesse, senza particolari finalità. Cioè: si fa qualcosa per il piacere di farlo, si studia per il piacere di studiare (ah! che ridere!!)

Oltre ai bisogni primari e innati di tipo fisiologico come il nutrirsi, dissetarsi, dormire eccetera, ce ne sono anche altri.

Tra tutti quello che ci interessa è il bisogno innato di essere curiosi, di conoscere, di apprendere. Lo vediamo fin nei bambini più piccoli: quando portano gli oggetti alla bocca è per esplorarli. Si guardano attorno,  vengono attirati dagli oggetti e fanno di tutto per raggiungerli (ed è così che ci accorgiamo che arrivano alla maniglia della porta o si arrampicano su uno sgabello!).

Il nostro desiderio di sapere è innato.

Il bisogno di essere curioso, però è strettamente collegato al bisogno (anche questo innato) di padroneggiare l’ambiente e sentirci competenti.

Ti mancava il mio esempio stupido? Supponi di iscriverti all’università. Quando arrivi, è la tua curiosità che ti muove per  capire dove si trova la segreteria, i bagni, gli uffici dei docenti e le biblioteche. Ma il bisogno reale, non è tanto di conoscere l’esatta ubicazione degli spazi, quanto del bisogno che hai di arrivare a muoverti lì dentro come se fossi a casa tua.

Quando poi un’altra matricola ti chiederà informazioni, tu ti sentirai competente. Voilà!

Il moto allo studio

motivazione studio

E’ molto difficile far germoliare la motivazione intrinseca nei nostri figli perché è qualcosa che parte da dentro di loro.

Non basta dire che studiare serve per il futuro, per il loro bene. E’ inutile dire: “studia se no dovrai ripetere l’anno”Avere la consapevolezza  delle conseguenze non serve per decidere di compiere un’azione, soprattutto se questa è faticosa.

Ne facciamo noi esperienza tutti i giorni: che fumare faccia male i fumatori lo sanno benissimo, ma il saperlo è del tutto inefficace per interrompere questo vizio. Mangiare carboidrati a pranzo e cena è veleno (almeno per me), ma non basta per impedirmi di accompagnare l’insalata con il pane.

In questo purtroppo non ci sono molte strategie che posso consigliarti perché molto è nelle mani di tuo figlio

  • Puoi tentare di stimolare la sua curiosità con racconti o video sull’argomento dello studio (le storie funzionano alla grande per attirare l’attenzione)
  • Puoi  ricordare a tuo figlio  come si sente quando prende un bel voto (che ha ottenuto perché si è impegnato)
  • Puoi  ricordare a tuo figlio  come si sente quando alza la mano in classe ed interviene a proposito! (in quel momento era più competente rispetto ai compagni)
  • Far capire che essere competenti rende leader.
  • Insisti affinché veda  i compiti come una sfida stimolante (ne ho parlato qui) e il capitolo di studio sta per affrontare come qualcosa assolutamente alla loro portata.
  • Evita che si autoconvinca di essere una schiappa in una determinata materia, ma aiutalo a trovare le strategie per superare l’ostacolo.

Sono tutti consigli facili da scrivere,  ma, alcuni, non facili da mettere in pratica e soprattutto non è detto che ottengano i risultati sperati.

Non bisogna mai dimenticare che la mancanza di motivazione dei nostri ragazzi spesso è dovuta alle difficoltà che hanno in quanto studenti con bisogni educativi speciali.

Quello che può essere realmente d’aiuto è la motivazione estrinseca: tutti ci meritiamo un premio se facciamo bene qualcosa!

Ne parlerò molto meglio nella seconda parte di questo articolo che uscirà lunedì prossimo (il 29 ottobre).

Nel frattempo però continueremo a parlare di motivazione intrinseca

giovedì 25 durante la diretta fb delle 13.45! (eh sì anticipo un po’)

Ti aspetto!