Memoria. Il primo passo nella didattica metacognitiva

Capita a tutti noi di usare delle espressioni tipo “ho poca memoria”, “mi dicono un nome e un secondo dopo l’ho già dimenticato” ” ha una memoria da elefante” “ricorda ancora le poesie studiate alle medie” post it memoria

Cos’è la memoria? Se si cerca la definizione sul dizionario della Treccani, ne scopriamo le infinite sfaccettature. In sostanza però è la capacità che ci permette di conservare nel tempo e poi recuperare le informazioni che ricaviamo dalla nostra esperienza quotidiana.

Come sempre, il nostro corpo e la natura sono molto intelligenti, per cui la memoria non si comporta in modo meccanico, ma, in base all’utilità, utilizza modalità diverse.

Nella didattica metacognitiva, conoscere come funziona la memoria è il primo step per comprendere quello che facciamo e i meccanismi che applichiamo per raggiungere un certo risultato o risolvere un problema.

Innanzitutto nella memoria coesistono dei macrosistemi: quelli temporanei e quelli permanenti.

La memoria temporanea

Nel sistema della memoria temporanea troviamo la memoria sensoriale, la memoria a breve termine e la memoria di lavoro

  • memoria sensoriale: è quella che permette di mantenere lo stimolo vivo solo per il tempo necessario per riconoscerlo. Sono quelle memorie legate ai sensi: memoria visiva, uditiva, tattile, olfattiva o gustativa. Per esempio: un bambino che sta imparando a scrivere, potrebbe dimenticare dei fonemi o delle sillabe. TAVOLO diventa TAOLO. Non li sente? Forse non li sente oppure non riesce a tenerli a mente per il tempo che serve a scrivere. In questo caso si può allenare la memoria sensoriale con i giochi di memory oppure giocare a ricordare un elenco colori, oggetti o nomi in avanti e all’indietro
  • memoria a breve termine: ha un limite di capienza e di tempo. Sembra che si riesca a ricordare dai 5 alle 9 elementi: parliamo del classico elenco di cifre o parole. Per ampliare questo tipo di memoria, si possono usare alcune strategie che prevedono logica e l’intervento della memoria a lungo termine. Se si tratta di numeri, per esempio, si possono raggruppare in modo da avere unità più ampie. Oppure associare le informazioni a qualcosa di famigliare  o a un’immagine mentale: il termine inglese FLOOR (pavimento) ricorda il sostantivo FIORE. Da qui l’immagine del pavimento di fiori.
  • memoria di lavoro: molto simile alla memoria a breve termine, ma, oltre a mantenere le informazioni per breve tempo, rende possibile anche l’esecuzione di compiti cognitivi più complicati. Quando leggiamo un articolo, non ci limitiamo a leggere le singole parole, ma colleghiamo quello che stiamo leggendo a ciò che era scritto prima e alle nostre conoscenze. Inoltre, alle frasi che leggiamo aggiungiamo delle immagini mentali. Se il testo descrive un paesaggio, quasi in automatico lo visualizziamo così come cerchiamo di visualizzare i dati di un problema immaginando la figura geometrica ancora prima di disegnarla.cervello memoria

La memoria a lungo termine

La memoria a lungo termine riguarda le informazioni che vengono conservate per periodi lunghi: anche tutta la vita. In questo tipo di memoria sono conservate le conoscenze, ma anche i ricordi, le esperienze, le procedure per eseguire certi compiti. Non contiene solo informazioni di tipo visivo o verbale, ma anche sensoriale: il timbro di voce, una musica, un odore o un colore. Oltre a conservare, però, la memoria a lungo termine elabora lo stimolo e gli dà un significato. :

Cosa si ricorda meglio? Ciò che è stato elaborato profondamente: tanto più ci si impegna nel dare significato a quello che stiamo leggendo, ricorrendo anche informazioni che già possediamo o andandole a cercare e tanto migliore sarà il ricordo.

Le mappe concettuali, in questo senso, se elaborate personalmente da chi studia, sono una delle strategie più efficaci per ricordare.

All’interno della memoria a lungo termine si possono ancora fare due distinzioni:

  1. memoria semantica: riguarda i singoli fatti: la data della rivoluzione francese, la formula dell’area del trapezio, i punti fondamentali dell’illuminismo o l’analisi grammaticale
  2. memoria episodica: questa fa riferimento ai nostri ricordi, a come quello che stiamo imparando può avere a che fare con il nostro vissuto.

Legata alla memoria a lungo termine, vi è la conoscenza procedurale: cioè come si fa a fare qualcosa anche se non si è consapevoli di dove si è imparato. Per esempio: si può ricordare benissimo come si fa l’analisi logica, ma non ricordare assolutamente le lezioni durante le quali si è appresa o il tempo che si è impegnato a studiarla.

Quindi è molto importante che a scuola si insegnino le abilità, le procedure. E’ fondamentale che uno uno studente impari i metodi di studio, i passi per scrivere un testo o i passaggi per risolvere un problema perché li manterrà per sempre nella propria memoria.

E quando non ricordiamo la lezione? Si può dimenticare solo ciò che si è appreso. In questo caso, quindi, è probabile che la lezione, in realtà, non sia imparata.

Le strategie di memoria

Quindi quali sono le strategie più efficaci per ricordare?

  • La ripetizione. E’ una strategia semplice, ma efficace
  • L’associazione. collegare le nuove informazioni a qualcosa di famigliare
  • La mediazione. Trasformare qualcosa di difficile in qualcosa di più facile utilizzando un mediatore (una parola chiave)
  • L’elaborazione. La strategie più complessa che richiede tempo ed esercizio ma con la quale si ottengono ottimi risultati.

 

Noi impariamo…
il 10% di ciò che leggiamo
il 20% di ciò che ascoltiamo
il 30% di ciò che vediamo
il 50% di ciò che vediamo e ascoltiamo
il 70% di ciò che discutiamo con altri
l’80% di ciò che viviamo di persona
il 95% di ciò che insegniamo a qualcun altro. (William Glasser)

L’ultimo passaggio deve farci riflettere che dobbiamo spiegare ai nostri ragazzi che dovrebbero studiare sempre pensando di dover spiegare la lezione a qualcuno che non sa niente.