La rabbia. Cosa possiamo fare noi genitori?

La rabbia. Brutta bestia. A volte i nostri bambini, e penso a quelli con ADHD o con la sindrome di  Asperger, hanno crisi di rabbia difficili da gestire. Spesso non si riesce nemmeno a capire qual è la causa scatenante, ma una ragione c’è, c’è sempre.

Innanzitutto la rabbia è un’emozione. Quando siamo di fronte e piccoli con disturbi emozionali è evidente che il nocciolo della questione sta nel fatto che non sanno riconoscere, gestire o regolare le emozioni.bambino arrabbiato

Possono essere ipersensibili e le situazioni stressanti o frustranti possono, nel giro di un attimo, trasformarsi in una rabbia intensa. Questo complica non poco le relazioni sociali. Chi invita a giocare un bambino che ha scoppi di rabbia improvvisi e picchia i compagni? Come si fa nell’ambito di una classe a contenere un bambino che, senza un apparente perché, si arrabbia e butta tutto all’aria?

Come possiamo, noi genitori aiutare il nostro bambino a gestire i sentimenti di rabbia?
Mettiamoci il cuore in pace:  non possiamo far scomparire la rabbia, ma possiamo aiutare i nostri figli a gestire meglio quest’intensa emozione.

La rabbia: cosa non dire

Usare espressioni tipo:

“Non ti arrabbiare!” “Calmati!” “Controllati!”. Pensate che se potesse trattenersi non lo farebbe?

Guarda cos’hai combinato!” ” Hai visto che hai fatto male a quel bambino? Lo sa, sa perfettamente di aver combinato un guaio e di aver fatto male ad un compagno e si sente già in colpa per conto suo. Non è il caso di infierire oltre.

Sei impossibile“” Non ti si può portare da nessuna parte“. Ecco. Già la sua autostima e a livelli minimi, così non la si aumenta di sicuro.

Lavorare sulla rabbia si può e si deve, ma è un lavoro lungo che deve partire dal prendere coscienza delle ragioni che la scatenano (e ridurle al minimo) fino al far capire al proprio bambino come funziona questo sentimento.

La rabbia: cosa si può fare

Individuare le molle scatenanti

Che cosa scatena più sovente le crisi? Quando non viene ascoltato? Quando c’è rumore? Quando prova più volte a fare una cosa o eseguire un compito e non riesce?

Ci sono momenti particolari della giornata in cui la rabbia sembra raggiungere il picco? Dopo la scuola abbassa la guardia e scarica tutte le frustrazioni a casa? Potrebbe essere affamato o stanco?

Capire alcune delle cause scatenanti (e prevenirle) è sicuramente la buona strada.

Intervenire subito

Man mano che si diventa più consapevoli delle cause che provocano le crisi,  si può iniziare a intervenire prima che la rabbia giunga al culmine. Se te lo permette sii una presenza calmante: se il tuo piccolo accetta il contatto fisico, abbraccialo o massaggialo. Se invece preferisce stare da solo, puoi creare in casa uno spazio con dei cuscini, in modo che lui sappia che lì possa sfogarsi ed essere al sicuro. Fagli vedere come respirare per rilassarsi. Respira con lui: non basta spiegare,  bisogna che veda.

Time Out

Ho già parlato del timeout qui, aggiungo solo che l’uso di questo strumento non deve essere punitivo. Lo scopo, piuttosto, è quello di far sì che il bambino si tolga dalla situazione negativa e abbia un po’ di tempo per riprendersi.

Parla e fagli delle domande

Non cercare di parlare con lui quando è arrabbiato. Dev’essere calmo e tranquillo.  A quel punto puoi chiederli se, invece di rompere i pastelli a metà (per esempio),  avrebbe potuto trovare una valvola di sfogo meno dannosa e più produttiva. In questo modo puoi aiutare il tuo babybes a capire i suoi sentimenti e ad essere più consapevole dei modi alternativi e più positivi di reagire. Un modo per farlo è attraverso l’esempio. Sii tu a mostrargli, con il tuo comportamento ( e non solo a parole) qual è il modo giusto per risolvere le questioni conflittuali.lego arrabbiato

Se, invece, noti che tuo figlio inizia a sentirsi frustrato, a bollire,  mettiti nei suoi panni e chiediti: “Non è che l’attività che sta facendo è troppo difficile?”  Probabilmente lui non è consapevole dell’emozione che prova, sicuramente non riesce ad esprimerla a parole Allora prova a dirlo tu:”Quel puzzle è davvero difficile da mettere insieme!” Così  lo aiuterai a capire cosa sta provando. Con l’aumentare della consapevolezza, e con il tuo aiuto, tuo figlio imparerà a etichettare i propri sentimenti. Se ti hanno riferito che tuo babybes è esploso con i coetanei a scuola, indaga per capire come si sente, come si è sentito: aiutalo ad esprimere i suoi sentimenti usando le parole.

Leggere insieme
Vai in biblioteca e scegli libri che affrontino i sentimenti, in particolare quelli relativi alla rabbia, alla frustrazione, al rifiuto, all’isolamento, alla tristezza o ad altre emozioni difficili che il tuo bambino sperimenta più frequentemente. In biblioteca ci sono libri per qualunque situazione: chiedi consiglio al bibliotecario. Leggi i racconti insieme a lui e discutete sui modi in cui il personaggio gestisce i suoi sentimenti. Come reagisce? Poteva fare diversamente? “Come reagiresti tu di fronte alla stessa situazione?” Aiutalo a trovare i passi giusti che i personaggi possono intraprendere.

La rabbia non si riuscirà mai ad eliminare. D’altra parte è un sentimento che proviamo tutti. L’asticella della frustrazione salirà sempre ma, con il tempo e con il lavoro continuo,  i nostri piccoli possono capire quando e come fermare la sua salita.