La classe capovolta

classe capovolta

Quando sono andata al primo incontro organizzato dalla scuola media di Lorenzo, il mio bambino  più piccolo che ha iniziato la secondaria(bambino? mah!), la coordinatrice di classe ha spiegato che, tra le varie metodologie utilizzate, ci sarebbe stata anche quella della classe capovolta.

Avevo già sentito parlare di questo metodo di insegnamento alternativo a quello tradizionale, ma non avevo mai approfondito l’argomento. Così ho deciso che era arrivato il momento.

Che la lezione frontale non sia più il sistema di insegnamento migliore lo sappiamo tutti. Far interessare le nuove generazioni ad argomenti scolastici sta diventando sempre più arduo e così gli insegnanti trovano nuovi sistemi.

Quello della classe capovolta arriva dagli Stati Uniti (come le novità in quasi tutti i campi) dove due insegnanti hanno fatto il video di una lezione e l’hanno consegnata da guardare a casa.

Il risultato è stato che i ragazzi sono arrivati a scuola già preparati sull’argomento, con molte domande da porre ed approfondimenti.

Il capovolgimento consiste proprio in questi: i ragazzi studiano a casa per conto loro e a scuola fanno esercizi, approfondimenti, lavorano in gruppo. L’insegnante diventa un tutor che predispone gli esercizi, segue i ragazzi con più difficoltà predisponendo attività ad hoc. Praticamente si trasforma in una guida.

I vantaggi sono che il ragazzo a casa (di fronte a un video) può studiare con i suoi tempi e rivedere la lezione più volte. Segnarsi domande o approfondire l’argomento se l’ha incuriosito.

In classe si potrà invece lavorare in gruppo e i tanto discussi telefonini possono trasformarsi in preziosi strumenti di studio grazie anche alle applicazioni come Geogebra per esempio.

Naturalmente non è tutto rosa e fiori. I ragazzi devono essere dotati di uno strumento multimediale. Il mio Lorenzo, per esempio, al momento non ha uno smartphone dotato di sim perché a noi genitori 11 anni sembrano un po’ pochi per possederlo

Ci vuole poi una grande organizzazione da parte dell’insegnante per la preparazione del materiale e soprattutto motivare gli studenti a svolgere un compito sicuramente più impegnativo rispetto all’esercizio sul quaderno.

Questo non toglie nulla al fatto che, per alcuni argomenti, si possa alternare questo metodo alla tradizionale lezione frontale.

Per i ragazzi con bes secondo me è sicuramente più congeniale proprio perché permette di rivedere un video (che già di per sé è più attraente di un libro scolastico) fino a quando non si è compreso completamente. A scuola poi, l’insegnante ha più tempo per soffermarsi sulle difficoltà incontrate dal ragazzo e il lavoro in team aiuta l’integrazione.

Per il momento non l’ho ancora visto applicato, e tu? nella scuola dei tuoi figli gli insegnanti usano la metodologia della classe capovolta? In attesa del prossimo articolo che uscirà il 21 novembre, scrivimelo nei commenti o sulla pagina facebook di Strategie Bes!