Il metodo di studio universale esiste?

Ovviamente il metodo di studio universale non esiste: siamo persone diverse con capacità ed attitudini diverse per cui non impariamo tutti nello stesso modo.

Ai tempi in cui andavo a scuola io (lo dico come se avessi 90 anni :-)) esisteva un solo metodo di studio: leggere e ripetere, leggere e ripetere. Questo era l’unico modo in cui si studiava.Il risultato era che alcuni apprendevano a memoria senza realmente comprendere il concetto, altri, dotati di capacità di sintesi, riuscivano a destreggiarsi meglio ed a ottenere risultati migliori.

Oggigiorno, leggendo qua e là nei social, sembra che siano le mappe concettuali ad essere diventate il metodo di studio universale.
Nemmeno loro però possono considerarsi il sistema adatto a tutti.
Pur essendo una fans degli schemi e riconoscendone l’utilità, non posso in tutta onestà dire che per studiare tutti i ragazzi devono imparare a redigere le mappe.
Io sono la prima a non imparare così.

Sicuramente lo schema, proprio per la sua natura di sintetizzare concetti in poche parole, può ritenersi adatto a tutti per l’ultima fase dello studio: il ripasso.
Per il resto ogni ragazzo deve elaborare il metodo di studio idoneo alla propria individualità e noi che li seguiamo nei compiti dobbiamo essere i primi a capire cosa può aiutare nostro figlio ad apprendere meglio e più in fretta.
Minore sarà la fatica che farà ad imparare, migliori saranno i risultati. Ne gioverà la sua autostima e il momento dei compiti non sarà più tanto detestato.

Ma come faccio ad aiutare mio figlio a trovare il suo metodo di studio?
Bisogna osservarlo con gli occhi di un insegnante e capire qual è il suo stile di apprendimento.

Come individuare lo stile di apprendimento

Lo stile di apprendimento è legato alla modalità che ciascuno di noi preferisce per apprendere e studiare attraverso l’uso di tre dei cinque sensi di cui siamo dotati: la vista, l’udito e il tatto.

LA VISTA. C’è chi ricorda meglio principalmente vedendo. Quindi leggendo o guardando. Coloro che preferiscono questo senso, poi, si dividono ancora in due sottogruppi:

  1. STILE VISIVO-VERBALE: prendono appunti e fanno riassunti. Se ci sono dei grafici li accompagnano con note scritte, redigono elenchi, preferiscono avere spiegazioni o istruzioni scritte. Sui libri scrivono note a fianco o ulteriori spiegazioni
  2. STILE VISIVO-NON VERBALE: usano disegni, mappe, immagini e grafici. Riassumono attraverso schemi ed evidenziano le parole chiave. Usano molto i colori proprio per differenziare i contenuti secondo la loro importanza e utilizzano anche gli eventuali indici dei capitoli come traccia da seguire nello studio

L’UDITO (STILE UDITIVO) C’è chi ricorda meglio ascoltando. I ragazzi che prediligono questo senso hanno bisogno di ascoltare per imparare. Per loro è fondamentale seguire con attenzione le lezioni in classe, chiedere spiegazioni orali agli insegnanti, lavorare con un compagno o in gruppo. Preferiscono leggere ad alta voce o parlare tra sé mentre studiano.

IL TATTO (STILE CINESTETICO) C’è chi ricorda meglio toccando. Sono persone che hanno bisogno di toccare oggetti ed essere in movimento. E’ necessario tradurre in pratica tutto quello che le materie permettono. Prendono volentieri appunti e amano farsi coinvolgere nelle diverse attività.

 Le strategie in base allo stile

Individuato lo stile di apprendimento di nostro figlio sarà più facile indirizzarlo verso le strategie giuste.

STILE VISIVO-VERBALE: già spontaneamente tenderà a scrivere e a fare riassunti. Gli si può consigliare di utilizzare un’agenda ad anelli con i separatori in modo da dividere le diverse materie e riunire tutti i riassunti. Incentivare l’uso del libro per quello che è: uno strumento su cui scrivere, eventualmente attaccare dei post-it qualora il posto per scrivere non fosse sufficiente. Insegnargli a prendere appunti durante le lezioni.

STILE VISIVO-NON VERBALE: in questo caso devono essere schemi e colori a farla da padrone. Nello studio bisogna che il ragazzo impari ad individuare le parole chiave e le evidenzi con i colori: ogni argomento un colore. Da lì uscirà già la mappa pronta per essere riportata su un foglio. Le immagini diventano molto importanti: non solo quelle che possono essere inserite in una mappa, ma anche e soprattutto quelle mentali che aiutano il bambino a seguire un percorso logico. Anche l’utilizzo di video può essere davvero di aiuto. Su youtube si trovano video per ogni argomento anche a misura di bambino.

STILE UDITIVO: qui bisogna che il ragazzo ascolti il più possibile. Se è possibile dovremmo leggere noi o spingerlo a leggere e a ripetere a voce altra. Ha bisogno di ascoltare per imparare. Le spiegazioni devono essere il più possibile orali. La registrazione del brano da studiare può risultare un buon ausilio. Il lavoro con un compagno può davvero aiutare: ascoltare le sue spiegazioni o il ripetere della lezione potrà accorciare di molto il tempo dello studio.

STILE CINESTETICO: forse il più difficile perché si tratta di un bambino che ha difficoltà a mantenere l’attenzione per molto tempo se non è in movimento. Spesso però le lezioni da imparare non si possono tradurre in pratica. Può aiutare la ricerca: fare in modo che il ragazzo debba ricercare le informazioni anche oltre il testo, su internet o su libri che si possiedono. Una lezione di geografia fatta sull’atlante dove il ragazzo in base alle indicazioni fornitegli deve cercare e individuare i luoghi geografici, per esempio. Un altro aiuto è quello di accompagnare lo studio con il movimento del corpo. Bisogna poi necessariamente dividere i momenti in cui si sta seduti da quelli in cui ci si può alzare alternando i momenti di studio con quelli di pausa.

Non siamo uguali e non impariamo nello stesso modo. Nel caso di bambini con bisogni educativi speciali, poi, tutte queste strategie possono risultare utili, ma sicuramente una sarà prevalente ed assecondare lo stile naturale di questi bambini renderà tutto più semplice. Bisogna che chi li aiuta nei compiti, però, si metta in gioco in prima persona.