Back to school: sei contenta o triste?

Questa immagine mi perseguita da quando il mio figlio più grande ha iniziato la scuola dell’obbligo. Non so chi sia stato il primo a pubblicarla, ma se avesse preso anche solo 1 centesimo per tutte le volte che l’ho vista, a quest’ora sarebbe ricco.

La si può trovare in varie declinazioni: con il papà, per esempio, oppure video virali con mamme e nonni in festa perché sono iniziate le lezioni.

Personalmente non mi sono mai sentita così: l’estate rappresenta un momento di relax, di regole meno rigide, di esperienze nuove (a volte anche di esperimenti). Ci sono estati buone (come questa appena passata), altre un po’ più altalenanti, ma, in ogni caso, la rilassatezza la fa da padrone.

Tu mi dirai: è perché lavori e i tuoi figli vanno presso i centri estivi, ma ci sono genitori che hanno i ragazzi a casa tutto il giorno e a sera si resta senza energie.

Certo non hai torto. Eppure in questi ultimi anni, mi è pesato sempre più il fatto di far alzare i bambini presto anche in estate, come se andassero a scuola.

Penso anche al tempo infinito in cui non sto al loro fianco, un tempo che perdo, un tempo che non ritorna. I ragazzi crescono in fretta: sembra ieri il primo giorno della scuola dell’infanzia e invece il maggiore inizia la seconda media mentre il piccolo la quarta elementare.

L’inizio della scuola per me non è momento di gioia. La gestione familiare si complica: i compiti (tassativi da fare entro il giorno dopo), gli impegni pomeridiani sportivi e non. Corro l’intero pomeriggio come una trottola sperando che tutto fili liscio.

Ma non è solo questo:bisogna preoccuparsi della stesura del pdp o del pei. Bisogna essere sempre vigili affinché il bambino non venga accantonato, ma proceda di pari passo con i compagni, paura che il suo problema sia sottovalutato e quindi non adeguatamente sostenuto. Spesso sono paure inconsistenti, ma a volte no e quindi bisogna incontrare gli insegnanti.

Già, gli incontri con gli insegnanti. Quando hai un bambino problematico anche solo aprire il diario ogni giorno, ti mette ansia, figurarsi i colloqui con gli insegnanti! Io ne ho affrontati tanti di colloqui: quelli programmati per i genitori e quelli inaspettati: ti telefonano e ti convocano. I primi anni ero sprovveduta e poco preparata, ora sono scafata e armata dei diritti del Papero, ma non mai sono momenti piacevoli.

E poi si affaccia alla mente una domanda a cui bisogna per forza trovare una risposta…: e dopo la scuola dell’obbligo? Noi, genitori di bambini fragili, non possiamo permetterci di dire: “vedremo”, “c’è ancora tempo”, perché il tempo corre e noi fatichiamo a stargli dietro. La domanda è lì e bisogna trovare una risposta.

No, io non sono particolarmente contenta che inizi la scuola.

So che anche quest’anno sarà impegnativo.

So che anche quest’anno dovrò inventarmi nuove strategie.

So che ci saranno momenti in cui piangerò e altri in cui riderò.

Però so anche che il rapporto con i miei figli diventerà ancora più stretto e intenso.

Quindi lascio scivolare via questo momento di nostalgia e guardo avanti: vi auguro un sereno A.S. 2017/2018