Quale scuola elementare scegliere?

La scelta della scuola elementare è un passo importante per tutti i genitori.

Per i genitori di bambini che, già dalla scuola dell’infanzia, hanno evidenziato delle criticità, ancora di più.

Quali sono i criteri sui quali ci si deve orientare?

Ti racconto la mia esperienza.

La scelta deve basarsi soprattutto osservando il bambino e pensando al suo benessere. Non bisogna seguire la logica della comodità familiare. Questo perché quello che è in gioco, non è solo la serenità del bambino, ma di tutta la famiglia. Qualche scomodità in cambio di tranquillità emotiva. Ti assicuro che non è male. In ogni caso va da sé che il parere degli esperti che seguono tuo figlio deve avere la precedenza su qualunque valutazione.

La mia esperienza di mamma (e quella di tante altre mamme) di babybes mi dice che questi piccoli tendono a stancarsi prima degli altri. Una caratteristica comune, al di là delle difficoltà specifiche, è che faticano molto di più a mantenere viva l’attenzione e a star dietro al ritmo della classe.  Quindi bisogna innanzitutto cercare una scuola non sia troppo lontana in modo che si accorci il tragitto di andata e ritorno diminuendo, per quanto possibile, i tempi fuori casa.

Il secondo punto da tenere in considerazione è il tipo di orario. La scelta tra la settimana lunga e quella corta, tempo normale e tempo pieno (ogni scuola la chiama in modo diverso), insomma,  la scelta tra le 20 ore e le 30 ore.

La settimana di 30 ore è pesante per tutti i bambini, ma alcuni bimbi con difficoltà possono proprio non riuscire a reggere (fisicamente) un tempo scolastico così lungo.

Per noi, ad esempio, è stato proprio così.

Abbiamo iscritto il bambino ad una scuola molto accogliente, con un corpo docente molto attento, ma con un tempo scolastico lungo. Dopo 15 giorni siamo stati convocati dalle maestre che ci hanno chiesto di ridurre l’orario al bambino per qualche tempo. Per alcuni giorni sono andato a prenderlo alle 13.

Non è stato molto bello, soprattutto per il bambino. I compagni chiedevano  perché lui uscisse prima di tutti gli altri e lui percepiva perfettamente di ricevere un trattamento diverso: lui andava via e gli altri no. Lui non ce la faceva, gli altri sì.  Bye bye autostima!

Dopo circa un mese abbiamo rivoluzionato la nostra vita e l’abbiamo cambiato scuola, facendogli frequentare una classe con un orario più idoneo a lui. Questo ha comportato il dover andare a scuola anche il sabato. Pazienza. Per lui è stato meglio e noi eravamo abbastanza grandi per adattarci.

Ci siamo affidati ad un doposcuola che andava a prelevarlo, gli dava il pranzo e, quando necessario, lo aiutava nei compiti. Da allora sono passati 7 anni e non mi sono mai pentita della scelta. Anche il mio secondogenito frequenta il tempo normale e ci affidiamo allo stesso doposcuola anche per lui.

I miei consigli quindi sono principalmente quelli di valutare la distanza e il tempo scuola.

Qual è il metodo didattico più idoneo?

Se vivi in una città, probabilmente hai anche la possibilità di valutare i diversi metodi didattici applicati dalle varie scuole.

Noi non abbiamo avuto la possibilità di valutare queste opportunità, per cui i miei figli hanno frequentato la scuola tradizione.

La scuola pubblica

Nonostante le diverse problematiche di cui soffre, noi ci siamo trovati molto bene. Insegnanti preparati e sempre aggiornati. Il metodo è quello tradizionale, principalmente con lezioni frontali, ma non vengono trascurati esperimenti e strategie di problem solving. Gli insegnanti che abbiamo incontrato hanno dimostrato di volersi sempre mettere in gioco cercando di far muovere la classe all’unisono, portando avanti tutti, indipendentemente dalle difficoltà di ognuno.

Il piccolo, poi, ha la fortuna di frequentare la classe digitale sperimentale, quindi oltre ad utilizzare come tutti i libri e i quaderni,  ha in dotazione  un computer portatile dove svolge altre attività.

Si può fare di più e meglio? Probabilmente sì, ma la classe del babybes è  arrivata abbastanza ben preparata alla scuola media e ha retto bene al salto

Il metodo Montessori

Chi non conosce la grande pedagogista Maria Montessori il cui metodo ha ispirato generazioni di insegnanti? Il suo metodo educativo è  adottato da moltissime scuole in tutto il mondo. Il suo pensiero parte dal principio che l’educazione non deve riguardare solo un momento della vita, ma la vita intera. Il focus non è sulla classe, ma sul singolo bambino per aiutarlo nel suo percorso mentale, affettivo e fisico.

Secondo il suo pensiero, il problema principale è da ricercare nella posizione seduta in cui i bambini erano (e sono) costretti a stare. Il movimento quindi diventa parte integrante del suo metodo. Non un movimento libero,  ma piuttosto finalizzato all’apprendimento.

Qui trovate l’elenco delle scuole che applicano il metodo Montessori.

Il metodo Steiner

Il metodo prende il nome da Rudolf Steiner che all’inizio del ‘900 inaugurò la Scuola Waldorf .

La pedagogia Steineriana divide lo sviluppo del bambino in cicli di 7 anni.

I primi 7 anni sono il periodo più delicato del bambino: cresce e si forma. Come si dice abitualmente, i bambini in questo periodo sono delle “spugne”. Guardano gli adulti e tendono ad imitarli: sta quindi ai  grandi (genitori ed educatori) fare in modo che questi anni siano per il bambino i più sereni ed armoniosi possibile perché saranno queste esperienze ad imprimere nel bambino la percezione dell’ambiente in cui vive.

Dai 7 ai 14 anni la sensibilità del bambino aumenta, quindi il maestro diventa una persona autorevole che deve trasmettere il senso del buono, del giusto e del bello. Il bambino non si basa più solo sull’imitazione e le nozioni devono essere apprese sotto forma di immagini creative. Viene quindi data grande importanza al disegno, alla scultura, alle creazioni plastiche alla recitazione di favole e di poesie.

L’ultimo settennio riguarda la necessità del ragazzo di acquistare autonomia nei confronti dei genitori.

Ecco l’elenco delle scuole Waldorf in Italia

Senza zaino: il curriculo globale

In realtà il Senza Zaino non è  un metodo di insegnamento, ma di una modalità per mettere insieme, nel miglior modo possibile tutti gli elementi che concorrono alla progettazione dell’offerta formativa. La parole d’ordine è progettare. Progettare sì la formazione, ma anche l’ambiente aula. Il curriculo globale propone un’idea di scuola come sistema dove ogni elemento ha influenza sugli altri. I singoli elementi siano essi software (progetti, comportamenti, professionalità, ecc) oppure hardware (quaderni, banchi, materiali e architetture) devono essere pensati come un’unica cosa perché sono legati tra loro.

In queste scuole le aule sono completamente ripensate: la classe è divisa in zone. L’insegnante ha un suo tavolo, ma si sposta tra i tavoli per affiancare i vari gruppi che lavorano.

I bambini sono fisicamente senza zaino, perché, proprio come nei nostri posti di lavoro, nell’aula si trova tutto il necessario per la didattica. Generalmente viene richiesto un contributo ai genitori per l’acquisto dei materiali.

L’elenco delle scuole che aderiscono alla rete li trovi a questo link.

 

Spero di averti dato qualche dritta in più sulla scelta della scuola per tuo figlio e di essere stata utile in qualche modo.

Se però è una scelta che hai già fatto, condividila nei commenti in modo da aiutare chi ha ancora dei dubbi.