Giubbotti pieni sabbia, coperte piene di riso

giubbotto con sabbiaNei giorni scorsi si è fatto un gran parlare (quasi sempre in negativo) dei giubbotti appensantiti con sabbia utilizzati in alcune scuole tedesche.

Il primo sito a lanciare la notizia è stato La repubblica, seguito dalla maggior parte delle testate giornalistiche online (e probabilmente anche offline)

Qualcuno li definisce simili alle camicie di forza (che in realtà bloccavano le braccia, mentre questi giubbotti no) altri a vere e proprie torture.
Ammetto che il mio primo istinto è stato proprio quello di condividere il pensiero di questi genitori preoccupati, ma poi ho preferito andare a scavare un po’ più nel profondo.

Soprattutto mi sono chiesta: “perché i bambini che li usano si dichiarano contenti e anche i compagni li vogliono usare? Perché al di là di tutto, questi bambini non si sentono costretti e dichiarano di averne del beneficio”?  Bisogna capire.

Giubbotti pieni di sabbia: dove nascono?

Il tutto  nasce in Germania, dove circa 200 scuole utilizzano questi giubbotti appesantiti facendoli indossare a bambini iperattivi.
Pare che siano i bambini stessi a richiederlo e che venga fornito a chi lo chiede indipendentemente dal fatto che siano diagnosticati o meno. Il motivo è  proprio quello di non marchiare i bambini Adhd come diversi.

Il sito dell’azienda che li produce, dichiara che il giubbotto è stato studiato da terapisti e pediatri ed è commercializzato da più di 15 anni con ottimi benefici su bambini con disturbi della percezione sensoriale.
Essendo i giubbotti calibrati sul peso e sul tono del bambino, non risultano effetti collaterali conosciuti.
L’azienda fa altre due precisazioni importanti:

  • Il bambino dev’essere d’accordo
  • Il giubbotto non è una soluzione definitiva o, peggio,  una pozione magica

Questo giubbino, tra l’altro,  non è l’unico prodotto commercializzato dalla Beluga, oltre a questo capo ci sono, coperte, guanti, cuscini e cinture: tutti prodotti appesantiti con della sabbia.
E qui mi è sorta una seconda domanda: “perché i giubbotti sono così criticati, mentre le coperte ponderate no? Al di là della posizione in cui questi due oggetti vengono sistemati, la funzione non è analoga?”

Coperte ponderate: cosa sono?

Questo tipo di coperte, appesantite con riso, bottoni, pellet e quant’altro, hanno proprio lo scopo di aiutare il riposo, di diminuire i disturbi del sonno. E’ il peso stesso chegatto sotto coperta va a creare una pressione tattile profonda attivando punti di pressione in tutto il corpo. D’altra parte i neonati li avvolgiamo nelle coperte o li riponiamo in riduttori proprio perché si sentano contenuti, perché si tranquillizzino come se fossero tra le braccia della mamma.
Le persone affette da autismo o comunque da disordini sensoriali, usano questa tipologia di coperte da molti anni. Il prezzo proibitivo e la difficile reperibilità che avevano fino a poco tempo fa, obbligava  spesso  al fai da te

Ma non sarebbe meglio un abbraccio? Le persone neurodiverse, spesso non gradiscono il contatto umano. Mio figlio, per esempio, da piccolo non si lasciava toccare. Il peso, al contrario, è meno personale e più accettabile. Il contatto, inoltre, aiuta questi bambini ad aver maggior consapevolezza della posizione del proprio corpo, dando un senso di sicurezza, aiutandoli a stare calmi e riducendo il livello di ansia.

Le coperte ponderate sono anche consigliate a chi soffre di ansia, di disturbi del sonno proprio perché stimolano i punti di punti di pressione, aumentano la serotonina e la melatonina, diminuendo contemporaneamente i livelli di cortisolo.

Detto in soldoni li fa sentire contenuti e simula un abbraccio.

Questo gilet, quindi, va a fare la stessa operazione delle coperte: migliora il loro focus attentivo di questi bambini e li aiuta a concentrarsi nello studio.

E’ vero che non esistono studi nel lungo periodo, ma bisogna essere aperti a soluzioni diverse e particolari. Non dimentichiamo che poco tempo fa aveva fatto il giro del web l’insegnante che aveva incollato alle sedie delle palline da tennis. Lo scopo è sempre lo stesso: migliorare la percezione sensoriale

E tu? ti sei fatta un’opinione in merito? Mi piacerebbe conoscerla: commenta e se ti va, condividi l’articolo perché potrebbe essere di aiuto a qualcuno