ADHD: Intervista a Cinzia Corradi, referente AIFA Piemonte

L’ADHD, come molti altri disturbi neurobiologici, non è nato negli ultimi anni. Semplicemente non era conosciuto e riconosciuto da genitori e terapeuti. In sostanza non veniva diagnosticato.

Un po’ come i dislessici erano visti come scansafatiche senza voglia di applicarsi così I bambini con il disturbo d’attenzione erano considerati testoni, maleducati, rissosi

Purtroppo per certi versi è ancora così, ma la formazione e la politica di inclusione stanno facendo molto.

Vent’anni fa c’erano mamme che, come oggi, non si arrendevano  all’opinione comune e non credevano che il comportamento del figlio, così poco adeguato, dipendesse dalla sua volontà. Non potevano nemmeno accettare di esserne le responsabili (come spesso venivano accusate di essere). Mamme che sentivano che qualcosa non andava.  Mamme guerriere.

Una di queste è Cinzia Corradi, referente per il Piemonte dell’A.I.F.A: Associazione Italiana Famiglie Adhd.

L’A.I.F.A è nata nel 2002 in seguito ad un progetto chiamato “Parents for Parents” che si prefiggeva come scopo quello di raccogliere le poche informazioni che c’erano sul disturbo, i pochi centri che se ne occupavano e riunire le famiglie che condividevano le stesse difficoltà, sofferenze ed emarginazione.

Il progetto ha raccolto molte adesioni e poco per volta l’Aifa Onlus si è diffusa in tutta Italia: ogni regione conta almeno un referente a cui rivolgersi per informazioni e consigli.

Cinzia Corradi è la referente per il Piemonte, ma non si è fermata lì. Al fine di poter aiutare meglio le famiglie che venivano a chiedere aiuto all’associazione, ha creato, insieme ad altre mamme guerriere della prima ora, una costola dell’Aifa: l’Associazione Famiglie ADHD Cuneo . Questa associazione si rivolge principalmente alle famiglie di questa provincia sostenendole con parent training e serate informative.

Ho incontrato Cinzia e le ho fatto alcune domande per poter capire meglio il lavoro dell’associazione.

Ciao Cinzia, innanzi tutto ti ringrazio per la tua disponibilità. La prima domanda che vorrei farti è: cosa cercano i genitori che si presentano da voi?

Le  cose che cercano sono conforto, ascolto, comprensione, supporto, aiuto nel capire cosa fare dopo la diagnosi e condivisione del problema per spezzare quel cordone di solitudine e spesso vergogna che li attanaglia. 

Come riuscite ad aiutarli?

Spesso li  incontriamo, li facciamo parlare e sfogare, diciamo loro che non sono soli. Forniamo loro
supporto informandoli sul disturbo con esperienze e materiale scientifico e poi organizziamo corsi per genitori (parent training) e serate a tema.
Andiamo nelle scuole per informare e supportare gli insegnanti laddove c’è necessità o richiesta. 

Qual è il consiglio che ti senti di dare a un genitore che vede in suo figlio comportamenti non adeguati? Si sa che cuore di mamma non mente, ma non sempre è facile indagare.

Io consiglio sempre di seguire il  cuore, il proprio istinto. Di approfondire con una visita presso la NPI per capire perché il  figlio ha problemi e di che natura sono.
Non nascondere la testa sotto la sabbia perché i problemi non si risolvono da soli.
Di pensare sempre che andare a fondo delle cose è fare il bene del proprio figlio. Non è detto che ci siano sempre cose patologiche, magari si tratta di una fase di crescita o passeggera, ma con una valutazione siamo in grado di dare un aiuto mirato a nostro figlio.

Tenuto conto che l’ADHD è ancora un disturbo poco conosciuto, com’è il livello di formazione degli operatori scolastici e culturali in generale? Riuscite a fare qualcosa?

Devo dire che negli ultimi anni c’è un cambiamento tangibile: molte scuole chiedono una formazione specifica ed approfondita sull’ADHD e noi forniamo corsi di formazione tenuti dai nostri clinici di fiducia con un valore aggiunto che è rappresentato dalla nostra esperienza di genitori.
Organizziamo anche serate informative perché pensiamo sia riduttivo fermarsi alla scuola. La conoscenza dell’ADHD deve arrivare a tutti per evitare che questi bambini, una volta giovani adulti, vengano emarginati.  Puntiamo a rendere autosufficienti e socialmente integrati  i nostri figli.
Tanto ancora c’è da fare, ma non ci lasciamo scoraggiare e l’amore per i nostri figli ci dà energia inesauribile per lottare. 

Cinzia, ti ringrazio ancora per la tua gentilezza e auguro a te, e a tutta l’associazione, buon lavoro! La strada è ancora lunga, ma voi siete determinati e non è cosa da poco!

Per chi volesse contattare Cinzia Corradi questi sono i suoi recapiti:

[email protected];

[email protected]

tel. +39 3384405675

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