Oggi ti faccio conoscere… Daniele Cassioli

Io Daniele l’ho visto di persona ad un convegno un paio di anni fa. L’ho guardato dalla platea di un teatro, ho osservato i suoi gesti, ascoltato la sua voce, mi sono lasciata coinvolgere dalla sua allegria e dalla sua ironia.

Daniele è un ragazzo speciale sotto diversi punti di vista. Innanzitutto è cieco dalla nascita. Questa è la cosa che si nota subito e poi, subito dopo affiora alla mente una domanda…. ma come fa?

Sì perché questo ragazzone di 33 anni, alto 1.74 è il più grande campione di sci nautico paralimpico di tutti i tempi.

Hai capito bene. SCI NAUTICO.

Ti lascio verificare  le sue innumerevoli vittorie   su wikipedia perché è ti voglio parlare di altro.

Daniele ci ha messo tutto di suo: è un ragazzo dotato di curiosità e grande determinazione, di  un insaziabile desiderio di avventura e immenso desiderio di sperimentare cose nuove. Se è arrivato dov’è ora (e chissà quali traguardi ancora lo aspettano) il 90% del merito è suo.

Durante il convegno a cui ho partecipato, però, mi ha colpito come ha descritto il rapporto con i suoi genitori. Come loro lo abbiano sempre spinto a non considerarsi “limitato”, ma assolutamente al pari degli altri. Ma non è solo questo, hanno spinto Daniele a fare le cose come i ragazzi normodotati trovando le giuste vie, le giuste soluzioni per permettergli di vivere come i suoi coetanei.

A 18 anni gli hanno regalato un’automobile, che ovviamente lui non può guidare (ed è la cosa di cui sente di più la mancanza), ma, mettendo a disposizione l’auto avrebbe avuto una sua autonomia. Gli hanno fatto conoscere il nuoto a 3 anni e poi il karate e lo sci fino ad approdare allo sci nautico. Con questo grande sostegno ha studiato, si è laureato, lavora, macina chilometri per incontrare i bambini, segue i ragazzi non vedenti e ha anche scritto un libro Il vento contro 

I genitori di Daniele l’hanno sempre trattato come “Daniele che sa fare” e non come Daniele che non vede. Non è cosa da poco, Daniele ha avuto una famiglia che ha sempre visto i suoi punti di forza e la cecità come un ostacolo da aggirare.

Per me è stata una grande lezione: tendiamo sempre a guardare le mancanze, le difficoltà, quello che i nostri figli non possono a fare invece di vedere tutto quello che sanno fare.

Non è facile, ma io ci provo tutti i giorni. Mio figlio, come il tuo e come Daniele possono fare molte cose: non dobbiamo permettere loro di accontentarsi.